giovedì 6 agosto 2015

Il ritorno del Guerriero

Dopo essere disceso nell'Ade per 4 lunghi anni, di cui gli ultimi 2 nel girone più profondo. Con un tumore al fianco, le persone più care pronte a spararmi addosso ad ogni piè sospinto, con la mente presa e persa in pensieri circolari senza via d'uscita apparente. Quante volte invocai la Nera Signora che mi portasse via con Lei. Ed invece niente non era il momento neanche questa volta. Eraclito disse "Il carattere di un uomo è il suo destino", non ho mai pensato di avere un gran carattere. Eppure da 6-8 mesi a questa parte è iniziata una lenta risalita fino ad arrivare sin qui.


Non ho mai pensato di raggiungere questi risultati anzi non ho mai creduto di uscirne vivo.Vasco Rossi direbbe "E GIA' ...SONO ANCORA QUA'!".
In un momento di lucidità ho iniziato a darmi da fare: al mattino presto (per il caldo) vado a camminare con la Lupa, all' inizio piano ed ora aggiungo qualche 100 metri la giorno. E' proprio vero (l'ha sempre detto il mio medico: è come una droga una volta che inizi seriamente non né puoi fare più a meno). Mi ha aiutato tanto anche il lavoro di volontariato, da tempo volevo rendermi utile nel sociale.
Ora pubblico così ma presto appena trovo una foto voglio farvi vedere in che condizioni ero, anche se qualcuno lo ricorda bene, peccato che quelle mentali (di condizioni) non si possono fotografare. Un amica conosciuta da poco mi aiuta nei progetti, sopratutto ora sembra stia prendendo vita un progetto in particolare a cui tengo molto, progetto che per ora non voglio esporre per scaramanzia.
Così sono rimasto con i gatti la Lupa e lo Scarabeo. 

Quest'ultimo per ricordarmi che è l'ultima vita che mi è rimasta. Sono risorto tante volte, come l'araba fenice dalle proprie ceneri e questa è obbiettivamente l'ultima.

 Come dicevo prima: ci sono alcuni progetti in corso due in fase prettamente onirica, uno invece ha superato la fase embrionale, giorno per giorno sta prendendo forma e presto sarà pronto per essere, esposto, presentato per poter venire approvato, la superstizione richiede il silenzio. In realtà ciò nasce dalla paura che ti rubino l'idea. 
Voglio concludere però con ciò che mi è rimasto addosso dopo l'inferno: la sensazione è quella di una ferita, ed una ferita è un apertura. Una ferita è anche una bocca, una qualche parte di noi sta cercando di dire qualcosa, sono cicatrici. Un'altra apertura a qualcosa che mette alla prova la nostra vitalità. Che sonda la nostra capacità di comprensione. Che espande la nostra intelligenza. Socrate oppure James Hillman direbbero: che la sofferenza venga dal nostro Daimon o Anima che ci spinge ad andare oltre a fare di più di quanto il se umano vorrebbe!
Il guerriero è tornato, solo così si sente vivo!


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